Claude Lévi Strauss, Babbo Natale giustiziato, Sellerio, 1995 (I ed) e 2024 (II ed)
E' la seconda edizione Sellerio del breve saggio di C. Lévi Strauss sulle festività natalizie. Il grande antropologo prende le mosse da un fatto: il 24 dicembre 1951 fu solennemente impiccato e poi bruciato su un rogo allestito sul sagrato della cattedrale di Digione un pupazzo con le sembianze di Babbo Natale. Hanno assistito alla scena qualche centinaia di bambini del patronato locale.
La parrocchia di Digione, il clero locale, una consistenza fetta delle chiese protestanti francesi, oltre naturalmente a numerosi cattolici, da tempo protestavano contro la "paganizzazione" del Santo Natale. Al termine dell'esecuzione fu emesso un comunicato nel quale si confermava che "non si è trattato di un'attrazione, ma di un gesto simbolico. Babbo Natale è stato sacrificato in olocausto. (...) Per noi cristiani la festa del Natale deve rimanere la ricorrenza che celebra la nascita del Salvatore." (p. 33)
Il saggio di CLS analizza la ricorrenza del Natale prima nel mutare delle sensibilità coeve della società francese nei primi anni successivi alla seconda guerra mondiale, poi nel tempo passato. E' quest'ultima la parte più interessante per noi, risale ai Saturnali romani, al Medioevo che riscopre le saghe druidiche e l'albero di Natale. Oggi "Babbo Natale è vestito di scarlatto: è un re. (...) Lo si chiama "Babbo" ed è un vecchio, quindi incarna l'aspetto benevolo dell'autorità degli anziani. (...) In realtà, questo essere soprannaturale e immutabile, eternamente fissato nella sua forma e definito in base a un ritorno periodico, appartiene piuttosto alla famiglia delle divinità; d'altronde riceve la venerazione da parte dei bambini, (...) E' la divinità di una sola fascia di età della nostra società (...) e la sola differenza tra Babbo Natale e una vera divinità è che gli adulti non credono in lui, benché incoraggino i figli a crederci e alimentano tale credenza mediante un gran numero di mistificazioni." (p.45)
Il saggio di CLS è preceduto da un'introduzione di Gianfranco Marrone che introduce le considerazioni di Lévi Strauss come utili a comprendere il nostro Natale dei consumi.