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IL MITO DELLE ORIGINI. BREVE STORIA DEGLI SPAGHETTI AL POMODORO

Massimo Montanari, Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro, Laterza, 2019, pp. 107, € 9,00

Gli spaghetti al pomodoro sono, assieme alla pizza, la rappresentazione più ovvia e generalizzata dell’identità italiana nel mondo. Ma, avverte M. Montanari, “identità” è una delle parole da maneggiare con cura. Assieme a “radici”. Entrambe sono oggetto di richieste di approfondimenti agli storici da parte di politici e gente comune. Per via delle “origini”. Come le “tradizioni”. Infatti, se le origini sono lontane e significative creano tradizioni che rafforzano l’orgoglio di appartenenza, l’orgoglio “nazionale”, a un passo dal “nazionalismo”, alla base, poi, di conflitti tra popoli, ciascuno orgoglioso e fiero della propria nazione, delle proprie origini e tradizioni, e, infine, dei propri “confini”.
Il fatto è che spesso e volentieri le tradizioni sono inventate, come ha dimostrato E. J. Hobsbawm (L’invenzione della tradizione, Einaudi 2002). Le origini, poi, ci ricorda Montanari, “non spiegano nulla, perché un seme è necessario a dare vita a una pianta, ma non sufficiente a generare una radice e, su questa, una pianta. Ecco che cosa sono le ‘origini’: con una ‘causa’ ma semplicemente un seme che può diventare pianta, a condizione di incontrare un ambiente favorevole. È la parola-chiave: incontrare.” (p. 4)
Le identità sono il presente, il punto di arrivo di un percorso lungo il quale, grazie agli incontri con persone e ambiente, il ‘seme’ è diventato la pianta che è oggi.
Le identità sono un punto di arrivo: spazi mentali e materiali ben delimitati le caratterizzano, ma sempre instabili e mutevoli, come è proprio di tutto ciò che vive.” (p. 5) E’ questa vitalità che la storia deve mettere in luce, deve scoprire. Il cibo è la materia su cui lavora la ricerca storica di Montanari e, come lui stesso ricorda, “quando si parla di cibo, gli equivoci e le mistificazioni sono all’ordine del giorno”. Allora bisogna rifarsi ai fondamentali della materia: il tempo – cioè le ricette – e lo spazio – cioè i prodotti.

Il prodotto sul quale  indaga Montanari è uno dei piatti tipici italiani: gli spaghetti al pomodoro.
Stabilito come e perché è nata la fake news degli spaghetti portati da Marco Polo a Venezia dalla Cina, lo storico ci racconta come e dove nasce la pasta, soprattutto la pasta secca e gli spaghetti, come li conosciamo, quando e perché venivano chiamati ‘maccheroni’, quando, come e perché furono abbinati al pomodoro, all’olio d’oliva, e poi al formaggio (“il cacio sui maccheroni”), per finire con la creazione, prima negli USA e poi in tutto l’Occidente, della ‘dieta mediterranea’.
Insomma Massimo Montanari ci regala un istruttivo e, possiamo ben dire, gustoso libro di storia.
Utile anche a quei docenti che volessero mostrare a giovani studenti e studentesse che la storia non è solo il racconto dei mutevoli confini di Stati e dinastie ma, anche e magari soprattutto, della nostra vita di ogni giorno.