Categoria: PENSARE
IL RAZZISTA GIUSTIZIERE
Luca Traini il 3 febbraio 2018, a Macerata, si mise a sparare a ogni "negro" che vedeva per la strada. Ferì parecchie persone ma, fortunatamente non riuscì a uccidere nessuno.
Anders Breivik il 22 luglio 2011, in Norvegia, aveva ammazzato settasette persone in due attentati, di cui uno a una festa di giovani progressisti laburisti.
Brenton Tarrant il 15 marzo 2019, in Nuova Zelanda, ha ammazzato cinquanta persone che pregavano in una moschea.
Quest'ultimo attentato richiama gli altri due, peraltro ricordati nei quaderni dell'attentatore, che poco prima di agire ha diffuso un documento ideologico intitolato "La Grande Sostituzione".
Anche Anders Breivik aveva prodotto e diffuso un ponderoso volume di 1500 pagine con le sue idee romanzate.
L'uno e l'altro hanno fatto un lavoro di copia/incolla da internet. Internet, infatti, viene considerato il solo, unico, luogo dove c'è la verità.
Nessuno di loro, tanto meno l'italiano, ha compiuto studi particolari, né regolari né da autodidatti. Il loro pensiero è formato unicamente e confusamente da Internet sulla base di antichi pre-giudizi.
Per capire meglio la loro mentalità mi pare utile questo passo dell'articolo di Roberto Calasso su "La Lettura" del 31 marzo 2019
"L'idea della sostituzione etnica è un fantasma paranoico che, al pari di qualsiasi altro fantasma paranoico, ha un qualche fondamento. Ciò che lo rende disturbante e accecante è un oscuro nodo che a un tratto immette il fantasma nella fattualità. I fantasmi diventano corpi, talvolta da colpire. Se riferito alla società, questo impedisce al soggetto di fare un passo di lato rispetto alla società stessa. Passo salutare, che dovrebbe essere implicito nell'economia psichica. Chi non riesce a compierlo è costretto a vedere se stesso come una pura componente dell'aggregato sociale - e nulla di più. Così rendendosi impossibile osservare il flusso della vita, separandosi dalla società. Questa situazione implica una sorta di generale ottundimento, che può facilmente sfociare in violenza. E' il morbo peculiare di un'epoca dove la società stessa ha preso il sopravvento su ogni altra potenza. Così può accadere che un giovane personal trainer australiano (Brenton Tarrant) possa addossarsi la missione di salvare la razza bianca, pur considerando la sua esecuzione come un'opera che è "fine a se stessa", compiuta in piena coscienza della sua inefficacia, anche se pensando che "la lotta è cosa bella in sé"."