Categoria: LEZIONI
NAPOLEONE. IL MITO

Napoleone inventò la categoria politica del “bonapartismo”, una sorta di cesarismo dell’età contemporanea, che basava il suo potere sull’ambiguità di un equilibrio precario tra due criteri di legittimità contradditori: da un lato la sovranità popolare, ridotta però a un’investitura plebiscitaria, dall’altro un’autorità che senza limiti governava la società e lo Stato. Tuttavia, nonostante i suoi caratteri autoritari, possiamo tranquillamente affermare che l’Impero napoleonico ebbe un’impronta progressista, in quanto svolse la funzione di garantire le conquiste della rivoluzione contro le monarchie assolute di antico regime.

La “reazione alla reazione”, imposta all’Europa dalla Santa Alleanza del 1815 e il ritorno dei sovrani di prima della Rivoluzione, fu caratterizzata non solo dai moti carbonari che studiamo a scuola, ma anche dagli intellettuali sensibili alle correnti del romanticismo ottocentesco. Così, mentre il mito di Napoleone in Francia tra le classi popolari continua anche dopo la sconfitta di Waterloo e la restaurazione borbonica, nel resto d’Europa sarà con la scossa della morte nel 1821 che si affermerà una visione mitologica del Bonaparte.  Il 16 luglio mentre i giornali francesi pubblicano articoli titolati “Napoleone Bonaparte non è più”, Alessandro Manzoni legge la notizia sulla “Gazzetta di Milano” e in tre giorni compone una delle poesie più note agli italiani, “Il Cinque Maggio”, che ebbe anche una certa risonanza europea.

“Ei fu.” Costituisce indubbiamente uno degli incipit più famosi della nostra letteratura. E inizia la leggenda, il mito.

Sul mito di Napoleone ho preparato una lezione/conferenza per l'UTL di Mestre.  Chi è interessato può vederele slides e i link dei video che ho presentato nell'occasione, cliccando qui NAPOLEONE.IL MITO