Gino Strada, Una persona alla volta, Feltrinelli, 2022, pp. 169, a cura di Simonetta Gola, con
postfazione di Simonetta Gola, e in appendice il
"Manifesto per una
medicina basata sui diritti umani" redatto a seguito del seminario
internazionale "Costruire medicina in Africa. Principi e strategie"
tenuto a Venezia il 14-15 maggio 2008
Simonetta Gola ha curato questo libro dagli appunti di Gino Strada, suo marito, dopo la sua morte avvenuta il 13 agosto 2021.
Gino Strada scrive delle cose apparentemente ovvie, ma che a farle hanno creato un
unicum: Emergency. In un mondo di Nazioni-Stati in perenne confronto/scontro per superarsi l'una con l'altra, tanto che sono sempre, sempre, in armi, in armi sempre più sofisticate e distruttive, fino all'arma-fine-del-mondo, che non serve a superare l'avversario-nemico ma a distruggere l'intera umanità. Gli Stati-Nazione non si confrontano, si combattono. Fanno la guerra! Disposti anche al "muoia Sansone con tutti i Filistei"!
In un mondo che ha nazionalizzato anche la Croce Rossa, Gino Strada fonda
Emergency, un'organizzazione
non-nazionale ma fondata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che cura chiunque, non importa a quale nazione appartenga. Scrive GS:
Il 7 ottobre 2001 [inizio dei bombardamenti americani in Afghanistan dopo l'11 settembre]
è stato il giorno in cui ho capito di non essere un pacifista, ma di essere semplicemente CONTRO LA GUERRA. [...] C'è anche per me una motivazione personale nell'essere neutrale, un ribrezzo per le conseguenze della guerra - sofferenza e morti e feriti - che mi ha sempre impedito di parteggiare per uno qualsiasi dei contendenti."
La specificità di Emergency sta appunto in questo. I suoi ospedali curano anche i talebani, pur non condividendo nulla della loro politica, e a chi si scandalizza GS risponde:
"Il vero scandalo non è curare i talebani, i mujaheddin o i militari di un qualunque esercito - i combattenti. Il vero scandalo è dover curare i civili, la grande maggioranza delle vittime di ogni guerra."